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réflexion sur l'oeuvre abstraite de Claude Dirand Perkowski par Umberto Maria Milizia critique d'art

réflexion sur l'art abstrait et L'exposition de Belforte del Chienti Irane Perko
http://www.IranePerko.com - 八月 21 2013

 

Alcune considerazioni sulla mostra a Belforte del Chienti di

Claude Dirand Perkowski

 

Queste considerazioni vengono spontanee dal titolo stesso della mostra « Abstrait » che fa supporre al visitatore di doversi trovare davanti ad una serie di segni e colori con poco o nessum rapporto con oggetti o situazioni visivamente riconoscibili.

Per fortuna una pagina di presentazione chiarificatrice del curatore, Alfonso Caputo, evita che anche il più sprovveduto visitatore (non ci piace usare il termine ignorante d’arte) sia immediatemente tratto d’inganno anche se si limitasse a leggere solamente le prime tre righe, fatto che riteniamo improbabile perchè Alfonso Caputo oltre che chiaro sa essere anche avvincente.

A lui facciamo riferimento in queste nostre poche righe.

Per noi e per la nostra lunga esperienza questa mostra è stata anche l’occasione per la verifica di una nostra teoria sulla lettura delle opere d’arte e delle forme di comunicazione contemporanee in generale.

Intendiamo per lettura l’atto con cui si acquisiscono e si alaborano i contenuti di un messaggio per interiorizzarli.

Riportiamo le parole stesse di Alfonso Caputo.

Tralasciando l’inutile domanda : »Cosa rappresenta ? » è indispensabile chiedersi : « Cosa provo ? »

Chiaro ed esatto.

Ci sembra così più facile dimostrare come mentre nell’arte anteriore all’Impressionismo la lettura di un’opera d’arte fosse legata alla possibilità del fruitore di riconoscere forme desunte dalla realtà per essere indotto ad una loro riorganizzazione interiore secondo le intenzionalità del pittore nell’arte contemporanea questa possibilità di riconoscimento non è più considerata necessaria.

La comunicazione attuale, infatti, ed è questa la nostra teoria, ha le sue categorie di lettura portate dal mezzo stesso di comunicazione ; nel caso specifico dall’opera d’arte.

Tanto è moderna l’arte di Claude Dirand Perkowski che non ha sentito neppure il besogno di ricorrere a tecniche particolari, la tradizionale pittura ad olio è stata per lei è più che sufficiente per fare della buona pittura, un po’come uno scritto vale per quello che è sato scritto, non anche se si fosse usata una penna stilografica e non un computer.

Sono questi stessi quadri a darci le proprie categorie di lettura, categorie in senso logico, come quelle filosofiche, che aiutano a classificare ed ordinare il contenuto del messaggio nel momento di reflessione che segue la prima sensazione emotiva.

Già, perché siamo convinti che quando si fa veramente arte ci sia sempre molto di più di una sensazione momentanea.

Quello che si prova-per rispondere parzialmente alla domanda che Alfonso Caputo ci invita a porci- non solo si prova ogni volta che ci si pone davanti allo stesso quadro, fatto che genera in noi il piacere dell’arte, ma ogni volta cambia, secondo il nostro modo di essere nei vari momenti o un nostro diverso modo di riavvicinari all’opera e, sempre, perché il nostro sentire non è più quello iniziale, in qualche modo vergine, ma ogni volta è arrichito.

Questa mancanza di stanchezza nel contemplare l’arte non è un fenomeno che tutti gli artisti raggiungano appieno (anzi) ma Claude Dirand Perkowski sì, e bene.

Un vecchio trucco da critico o, se si preferisce, un trucco da vecchio crtico, è quellodi avvicinarci ed allontanarci progressivamente e più volte dalle opere d’arte per avere conferma e scoprire da dove vengano e come si formino le sensazioni che le opere stesse generano.

Si scoprono così i mezzi che l’autore ha usato per raggiungere il suo scopo artstico, mezzi e tecniche che sono sempre il frutto di studio , fatica ed applicazione anche quando, poi, i tempi di realizzazione siano rapidi, anzi, realizzare un’opera d’arte «  di getto » in genere indica proprio che l’artita ha dedicato più tempo, tempo interiore intendiamo, ad acquisire le proprie abilità espressive.

Un altra cosa da valutare è la differente resa di un’opera d’arte quando è riprodotta, fattore da valutare oggi come oggi che la riproducibilità delle immagini è quasi infinita : ebbene, le piccole riproduzioni del catalogo mantengono una loro piacevolezza di base, pur senza essere paragonabili agli originali, indice che la gestione dei colori e dei loro rapporti è fondamentalmente corretta e bilanciata sia nei valori che nella struttura ; vi assicuriamo che non è un risultato da poco, che indica professionalità  e preparazione.

Dal vero si può vedere come i quadri di Claude Dirand Perkowski siano fatti di una materia pittorica evidente, talvolta spessa, che riporta il gesto creativo della pittrice con tutta la forza che lo ha generato e la sua vivacità originaria.

Ancora, la materia pittorica è più che colore e, nelle sue variazioni di riflettenza, diviene luce e in qualche modo la genera perchè ce ne dà il valore intimo.

Si scopre allora, piano piano, la realtà originaria, anche fisica, da cui si è astratto il quadro, astratto nel senso  filosofico originario di questo termine neolatino di « tirato fuori », realtà che viveva nell’autrice e può rivivere in noi divenendo nostra.

In questo senso l’astratto puro e totale, evidentemente, non esiste perchè anche le nostre sensazioni, quello che proviamo, sono realtà come reale è l’ opera che le genera.

Questo intendiamo quando sosteniamo che una vera opera d’arte contemporanea deve essere in grado di trasmettere essa stessa le proprie categorie di lettura, senza fare obbligatoriamente riferimento a quelle del passato.

Un’ultima considerazione : Claude Dirand Perkowski, nel riassumere ed utilizzare scioltamente molte delle caratteristiche della grande arte francese degli ultimi due secoli può, può e deve essere considerata una pittrice classica nella sua totale modernità ed autonomia da qualunque modello preesistente.

Siamo felici ed onorati di averla conosciuta.

Belforte del Chienti, 12 agosto 2013.

                                                                                                          Umberto Maria Milizia

Quelques considérations sur l'exposition à Belforte Chienti d'

Claude Dirand Perkowski

 

Ces considérations viennent à l'esprit dans le titre de l'exposition "Abstrait" ce qui suggère que le visiteur a besoin d'être en face d'une série de signes et de couleurs avec peu ou pulvérisation par rapport à des objets ou des situations reconnaissables visuellement.

Heureusement, une page de présentation précisant le conservateur, Alfonso Caputo, empêche même le visiteur le plus inexpérimenté (nous n'aimons pas utiliser le terme ignorants de l'art) être étirer immédiatement déception, même si elle se limitait à lire que les trois premières lignes, que nous considérons comme peu probable, car Alfonso Caputo ainsi que claire sait être convaincant.

Pour lui, nous nous référons à nos ces quelques lignes.

Pour nous et pour notre longue expérience dans cette exposition était également l'occasion de tester notre théorie sur une lecture des œuvres de formes d'art contemporain et de la communication en général.

Nous avons l'intention de lire l'acte par lequel nous acquérons et alaborano le contenu d'un message à intérioriser.

Voici les paroles de Alfonso Caputo.

Laissant de côté la question inutile: «Qu'est-ce que cela signifie? "Est crucial de se demander:« Qu'est-ce que je ressens? »

Claire et précise.

Il semble donc plus facile de prouver que dans l'art antérieur à l'impressionnisme tout en lisant une œuvre d'art était liée à la capacité de l'utilisateur à reconnaître des formes dérivées de la réalité d'être conduit à une réorganisation de leur intérieur selon l'intention du peintre 'art contemporain de cette capacité de reconnaissance n'est plus considéré comme nécessaire.

Communication en temps opportun, en effet, et c'est notre théorie, possède ses propres catégories d'interprétation engagées par le même moyen de communication, dans ce cas, l'œuvre d'art.

Donc, beaucoup d'art moderne de Claude Dirand Perkowski qui n'a pas entendu le même, le besoin, utiliser des techniques spéciales, la peinture à l'huile traditionnelle était pour elle est plus que suffisant pour faire une bonne peinture, un peu comme un script s'applique à ce qui est écrit sato, même si vous avez utilisé un stylo et pas un ordinateur.

Ces mêmes dirigeants pour nous donner leurs propres catégories d'interprétation, les catégories dans un sens logique, comme ceux philosophiques, qui aident à classer et trier le contenu du message à temps pour reflessione qui suit le premier sentiment émotionnel.

Oui, parce que nous croyons que lorsque vous vraiment de l'art, il ya toujours beaucoup plus qu'une sensation momentanée.

Qu'est-ce-que vous essayez de répondre partiellement à la question que Alfonso Caputo nous invite à nous poser, non seulement vous sentez-vous chaque fois que vous mettez en face de la même image, qui crée en nous la joie de l'art, mais les changements à chaque fois, selon notre façon d'être dans les différents moments ou une façon différente de riavvicinari notre travail et, toujours, parce que notre sentiment n'est plus la première, en quelque sorte vierge, mais à chaque fois il est enrichi.

Ce manque de fatigue dans la contemplation de l'art n'est pas un phénomène que tous les artistes atteignent leur pleine (en effet), mais Claude Dirand Perkowski oui, et bien.

Un vieux truc de critique ou, si vous préférez, un truc de vieux crtico est l'approche quellodi et s'éloignent progressivement et maintes fois par l'illustration de confirmer et de savoir d'où ils viennent et comment ils se forment les sentiments que les travaux génèrent eux-mêmes .

Ainsi, nous découvrons que l'auteur a les moyens utilisés pour atteindre son but artstico, des moyens et des techniques qui sont toujours le résultat de l'étude, de l'effort et de l'application, même si, ensuite, le calendrier de réalisation sont rapides, en effet, créer une œuvre art 'jet' signifie seulement que artita a consacré plus de temps, nous entendons temps intérieur, d'acquérir leurs capacités expressives.

Une autre chose à considérer est la différence de rendement d'une œuvre d'art quand il est reproduit, facteur à considérer aujourd'hui que la reproductibilité des images est presque sans fin: Eh bien, petites reproductions du catalogue maintenir leur base de douceur, tout en ne pas être comparable à l'original, ce qui indique que la gestion des couleurs et leur relation est fondamentalement correcte et équilibrée à la fois dans les valeurs de la structure, nous vous assurons que ce n'est pas un mince exploit, ce qui indique professionnalisme et de préparation.

De la vérité comme vous pouvez voir les peintures de Claude Dirand Perkowski sont faites d'une matière picturale clair, parfois épaisse, ce qui montre l'acte créateur de l'artiste avec toute la force qui l'a généré et son dynamisme initial.

Pourtant, la matière picturale est plus que la couleur et les variations de sa réflexion, devient en quelque sorte la lumière et génère car il nous donne la valeur intérieure.

Il s'avère alors, lentement, la réalité originelle, même physique, à partir de laquelle la peinture est abstraite, abstrait original dans le sens philosophique du terme néo-latin pour "sorti", qui a vécu nell'autrice de la réalité et peut faire revivre en nous devenir notre .

En ce sens, l'abstrait pur et totale, bien sûr, n'existe pas, parce que même nos sentiments, ce que nous ressentons, sont en fait comment réel est le «travail qui les génère.

Que nous entendons lorsque nous disons qu'une véritable œuvre d'art contemporain doit être capable de se transmettre ses propres catégories de lecture, sans référence obligatoire à ceux du passé.

Un dernier point: Claude Dirand Perkowski, en résumant lâchement et utiliser de nombreuses fonctionnalités du grand art français des deux derniers siècles, peut, peut et doit être considéré comme un peintre classique dans sa modernité et indépendance de n'importe quel modèle existant.

Nous sommes ravis et honorés de l'avoir connue.

Belforte Chienti, le 12 Août 2013.

 


 







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